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 RASSEGNA STAMPA
 

MOSTRA "PITTURA E VERITA'. La commedia umana nell'arte di Antonio Cifrondi" | 22.12.2007 - 30.03.2008

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L’esposizione presenta una selezione di opere del pittore Antonio Cifrondi (Clusone 1656-Brescia 1730), attivo tra Bergamo e Brescia a cavallo tra Seicento e Settecento, provenienti da raccolte pubbliche e private. Celebrato dalle fonti per la rapidità esecutiva e il virtuosismo tecnico, Cifrondi, che fu coetaneo di Fra’ Galgario e poco più anziano di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, ha realizzato nell’arco di un cinquantennio un’impressionante quantità di opere (pale d’altare, cicli di affreschi, ritratti, nature morte, scene di vita quotidiana) in gran parte ancora conservate nelle chiese e nelle dimore del territorio bergamasco e bresciano.

Il pittore è stato un esponente di spicco di quella tradizione artistica lombarda, altrimenti nota come “pittura della realtà” (comprendente Moretto, Moroni, Ceresa, Cavagna, Baschenis, Fra’ Galgario, Ceruti ecc.) raccontata dal critico d’arte Roberto Longhi nella rassegna “I pittori della realtà in Lombardia” (Milano, Palazzo Reale,1953) che ha nell’adesione al dato naturale e nell’umana partecipazione ai fatti della vita quotidiana le sue caratteristiche distintive.
Figlio di un muratore, Cifrondi si formò a Bologna presso la bottega di Marcantonio Franceschini.
Le fonti settecentesche riferiscono anche di un suo soggiorno a Torino e di un viaggio in Francia a Parigi dove avrebbe incontrato il celebre pittore Charles Le Brun. Nel 1679 è a Roma per il canonico viaggio “di formazione”.
Rientrato a Clusone, dal 1687 è titolare di un’avviata bottega che nell’arco di un decennio sforna una mole eccezionale di dipinti e imprese decorative per la committenza ecclesiastica e laica, specie in Val Seriana e nella città di Bergamo.
Negli anni a cavallo tra Seicento e Settecento è attivo tra l’altro nella Parrocchiale di Cenate San Leone (telero con L’incontro di Leone Magno e Attila), a Cerete Basso (tele dell’abside nella Parrocchiale) e in Sant’Alessandro della Croce a Bergamo, ove realizza la grande tela con il Martirio del santo titolare.
Il suo stile è caratterizzato da pennellate guizzanti e corsive, da impasti di materia pittorica liquida e luminosa e da colori brillanti di gusto già settecentesco. I suoi riferimenti, oltre che alla cultura bolognese sono alla pittura del lucchese Pietro Ricchi e di Andrea Celesti, il veneziano che lo affiancò nella decorazione della volta della Basilica di Clusone agli inizi del Settecento. Importante è anche il rapporto con Luca Giordano dal quale deriva talune spericolate soluzioni luministiche e compositive, come nelle due concitate versioni della Deposizione di Cristo oggi al Museo di Clusone.
Tra il 1712 e il 1716 esegue un’ampia impresa decorativa per la villa extraurbana della famiglia Zanchi a Rosciate. Il suo stile, che nel campo della ritrattistica si confronta con le novità introdotte da Fra’ Galgario (come nell’Autoritratto del 1698), vira verso un colorismo più meditato, modulato sui toni preziosi degli ocra, dei beige, degli avana e dei grigi mentre la materia pittorica diventa ancora più fluida e vaporosa.
All’inizio degli anni Venti si trasferisce a Brescia, dove è attivo anche il giovane Ceruti, e realizza opere notissime come la Cucitrice, il Vecchio sotto la neve o l’incantevole Mugnaio della Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, che segnano la sua stagione migliore, quasi interamente dedicata alla produzione di genere: una galleria di umili protagonisti della vita di tutti i giorni - mendicanti, contadini, viandanti, ciabattini, bevitori - descritti con sentimento di umana solidarietà e partecipazione emotiva.
La “commedia umana” messa in scena da Cifrondi si collega al filone ricco di spunti umoreschi e briosamente caricaturali - come in certi almanacchi popolari e nelle raccolte illustrate di proverbi e mestieri - reso popolare da pittori “forestieri” attivi in Lombardia come il danese Monsù Bernardo e l’austriaco Giacomo Francesco Clipper detto il Todeschini.

Iniziativa promossa da:
Comune di Clusone, Assessorato alla Cultura

In collaborazione con:
GAMEC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Provincia di Bergamo, Assessorato alla Cultura

Progetto culturale:
Maria Cristina Rodeschini Galati per GAMeC
Enrico De Pascale - storico dell'arte

Progetto di allestimento:
Studio Datei Nani De Carvalho Architetti Associati

Con il sostegno di:

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Comunicato stampa